VI - XII d.c.

Medioevo

La prima alta struttura lignea fortificata di età storica (una torre) dovrebbe risalire ai Goti (VI secolo). È però più tardi che si data la prima importante opera difensiva composta da torre in massi legati con malta e terrapieno costituito da palificate e ciottoloni. Questo è il primo complesso ad essere definito “castello” (detto dei Mirabèi, Mirabello). Consisteva in una torre, una cinta fortificata e delle costruzioni abitative e artigianali disposte attorno a un bacino d’acqua piovana (pozza). La sua definitiva distruzione, ad opera delle milizie congiunte di Belluno e Feltre capitanate dal vescovo Gerardo de Taccoli, avviene nel 1196 durante le guerre che vedono quest’ultimo opposto al Comune di Treviso che lo aveva occupato.

Pastore che tosa la pecora

Il piccolo campanaccio al collo della pecora e la piccola cesoia a molla, usata dal pastore per tosarla, ci ricordano alcuni dei reperti metallici recuperati a Noàl dove sicuramente era praticata la pastorizia.
Il recipiente più vicino al pastore di forma sferoidale, detto olla, veniva utilizzato direttamente sul fuoco per la cottura dei cibi. L’altro, denominato catino coperchio (formato di due parti), poteva essere usato come normale recipiente e, capovolto, come coperchio per la cottura sotto le braci.
Entrambi erano di ceramica a impasto grezzo (contenente minuti inclusi calcarei) per resistere alle sollecitazioni termiche. Di questa tipologia di recipienti sono stati rivenuti vari cocci.

A sinistra: un coltello che serviva per difesa e offesa e un coltellino che veniva portato entro un fodero appeso alla cintola; serviva per tagliare i cibi.

A destra: una cuspide di dardo da balestra utilizzato nei verrettoni rotanti; con la sua potenza riusciva a forare anche le corazze più spesse.

Bolla papale

Questa bolla papale fu inviata nel 1185 da papa Lucio III al vescovo Gerardo de Taccoli, con indicati sia i diritti e i privilegi sia i possedimenti e i beni su cui aveva giurisdizione spirituale e temporale tale vescovo in nome della Chiesa Bellunese.
Si tratta dello stesso vescovo che poi, 11 anni dopo, distruggerà definitivamente il castello dei Mirabèi per riprenderlo ai Trevigiani che lo avevano occupato.

Puntale di bordone

Molto raro il puntale di ferro rinvenuto a Noàl: è l’estremità inferiore del bordone, tipico bastone che i pellegrini utilizzavano nei lunghi viaggi (come illustrato nel disegno).
Quello recuperato nel corso degli scavi ha una punta quadrangolare centrale (per l’appoggio a terra) e altre quattro piccole punte rinserrate da un anello (per fissare la punta al bastone ligneo). Serviva come appoggio, ma anche come arma di difesa e offesa.

Veduta complessiva del castello da nord

Veduta dall’alto dell’ipotetica ultima struttura fortificata medievale (il castello dei Mirabèi) costituita da una possente torre in massi legati con malta (alta circa 12 – 13 metri), un terrapieno, una cinta muraria, una postazione sopraelevata a guardia e difesa dell’unica porta d’accesso, un piccolo argine con palizzata posto prima della porta e infine alcune costruzioni (casette, tettoie, laboratori artigiani, ecc.) dislocati all’interno della cinta stessa attorno a un bacino di raccolta delle acque piovane.
Sul lato sud, un profondo fossato rendeva arduo un assalto alla torre per chi proveniva dalla spianata che guarda Sedico.

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