IX - VIII a.c.

Età del Ferro

Tra il IX e l’VIII sec. avanti Cristo il castelliere di Noàl viene ricostruito ancora più possente innalzando maggiormente il terrapieno fino ad avere dimensioni monumentali visibili da lontano. A contrastare la spinta del terrapieno verso l’interno vengono realizzati dei contrafforti addossati ai quali ci sono delle piccole costruzioni ad uso abitativo ed artiginale. Nel V-IV sec. a.C. (presenza dei Veneti antichi) il terrapieno viene ulteriormente rialzato. Anche nell’età del Ferro un’estesa serie di incendi causati da fatti bellici ne provocherà la distruzione.

Donna che macina con vaso accanto

L’illustrazione mostra come si macinavano manualmente il frumento o altri cereali.
A Noàl è stata rinvenuta una macina di pietra arenaria “minuta e ben gradata” come quella raffigurata, sicuramente reperita nel letto di un fiume o torrente del territorio bellunese.


Un vaso, decorato con un cordone a tacche, ci ricorda i cocci ceramici appartenenti a contenitori dell’età del Ferro rinvenuti negli scavi a Noàl.

Fibula certosa e con arco serpeggiante

Una fibula di tipo Certosa in bronzo ferma lo scialle della donna: fibula è il nome latino della spilla di sicurezza utilizzata in antichità per bloccare il vestiario. È formata dalla spilla (ardiglione), da un corpo protettivo (arco) che la tiene ferma alla stoffa, dalla molla e dalla staffa che alloggia e ferma l’estremità appuntita della spilla. Dalla sua forma si è in grado di stabilire a quale età appartenga. La fibula di tipo Certosa (V – IV secolo a.C.) viene così denominata da una necropoli dell’area bolognese in cui ne furono rinvenute grandi quantità. L’altra è una fibula con arco serpeggiante. Nel disegno, sono colorate le parti di fibula rinvenute negli scavi e solo disegnate le parti mancanti che le completavano.

Ricostruzione del Castelliere

(IX - VIII secolo avanti Cristo)

Tra IX e VIII secolo, una comunità locale, che certamente aveva notevoli conoscenze ingegneristiche, scelse nuovamente la cima del colle oggi denominato dei Mirabèi (data la sua panoramicità) per costruire il suo villaggio fortificato, dove già ne esisteva uno (distrutto dal fuoco) in età del Bronzo.
Era il periodo in cui sulle sommità di molti rilievi bellunesi e feltrini (analogamente a quanto avveniva soprattutto nella Venezia Giulia e nell’Istria) sorgevano parecchi castellieri, e quello di Noàl era sicuramente molto importante perché controllava un territorio percorso da chi doveva approvvigionarsi (nella valle del Mis, l’Agordino e il Trentino) di metalli il cui possesso era fondamentale. Come mostra l’immagine, parecchie persone furono occupate nel tagliare le piante, nel procurarsi la pietra (aprendo delle cave lì vicino dove abbonda il sass mort), nello scavare i fossati e nel trasportare tutti i materiali (anche sassi e terra). Scalpellarono la roccia per posarvi le pietre, ne modellarono una parte (il rilievo “B”), elevarono formando alcuni gradoni un terrapieno (l’argine “C”) usando tronchi verticali e orizzontali ben legati tra loro con riempimenti di terra, sassi e pietre a secco, eressero più ordini di palizzate, elevarono con pietre e pali disposti orizzontalmente due possenti torri nelle due testate del terrapieno (i rilievi “A e B”) i cui muri a sacco (una parte è tuttora visibile) furono riempiti di materiale. Per sostenere con estrema sicurezza il terrapieno, vennero costruiti all’interno dei contrafforti che dal centro si irradiavano verso il terrapieno stesso, nel quale penetravano per essere legati alla struttura. Ai contrafforti vennero addossate anche delle piccole costruzioni. Era una struttura monumentale che si vedeva a grande distanza e che doveva impressionare con l’esibizione di tanta potenza. Ma tutto questo non fu sufficiente in un successivo momento di forti tensioni e turbolenze anche nelle nostre zone: il castelliere andò nuovamente a fuoco, molto probabilmente, per fatti bellici.
Gli scavi archeologici hanno rinvenuto negli strati del Ferro le tracce di vasti incendi che provocarono enormi distruzioni. Dopo un certo periodo, nel V – IV secolo (con i Veneti antichi) il castelliere risorgerà e verrà rialzato ancora di più.


Fibula romana

Fibula romana a cerniera in argento rinvenuta negli scavi a Noàl e databile all’ultimo trentennio del I secolo avanti Cristo.
È l’unica, per ora, testimonianza della frequentazione dei Mirabèi anche in età romana. È probabile che i Romani avessero ai Mirabèi soltanto un posto di guardia. Una loro strada importante diretta verso Belluno (qualcuno sostiene fosse la Claudia Augusta costruita nel 15 a.C.) passava per Longano, il colle di Santa Susanna, Triva, Pasa, San Fermo e Salce.

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