XIII - XII a.c.

Età del Bronzo

Le prime strutture difensive risalgono al periodo fra il XIII e il XII sec. avanti Cristo: sono strutture con più ordini di palizzate, di gabbioni lignei (riempiti di sfasciume roccioso e terriccio) e con un terrapieno (argine “C”) a difesa di piccole costruzioni abitative e artigianali (attività metallurgica, produzione di manufatti in ceramica, ecc).
Si tratta del castelliere dell’età del Bronzo che sarà distrutto da un grande incendio probabilmente causato da un’azione bellica.

Donna che fila con un vaso accanto

La filatrice (la cui veste è fermata in alto da uno spillone come quelli in bronzo rivenuti a Noàl) trasformava fibre vegetali o animali in un filo lungo e compatto con l’utilizzo del fuso (un bastoncino in legno lungo 20-30 cm) e della rocca (la cui asta era tenuta sotto il braccio sinistro). Caricato sulla rocca un pennacchio di fibra grezza (lino, lana di pecora, ecc.), con la mano sinistra ne tirava delicatamente un piccolo quantitativo e contemporaneamente con la destra faceva prillare il fuso, all’estremità del quale era fissata la fusaiola, di forma biconica come quelle recuperate a Noàl. Questa, fungendo da volano, permetteva alla fibra di torcersi e di avvolgersi al fuso stesso con un moto regolare e continuo. Al suo fianco, c’è un vaso in argilla cotta del Bronzo recente, di cui sono stati trovati diversi cocci a Noàl.

Metallurgo al lavoro

Un metallurgo, nella sua piccola fucina (la cui posizione all’interno del castelliere è segnata con un rettangolino giallo nella planimetria sotto), lavorava i metalli fabbricando oggetti vari in bronzo. Nell’illustrazione, sta colando il bronzo fuso nello stampo (si vedono le due facce) per ricavare un falcetto simile a quello di cui è stata trovata una parte (disegnata più scura) a Noàl.

Vista a volo d’uccello del Castelliere

Vista da nord, a volo d’uccello, dell’ipotetico primo abitato fortificato (castelliere) sull’altura dei Mirabèi (XIII – XII secolo avanti Cristo). Nell’illustrazione si è dato risalto soprattutto alla sua posizione rilevata e strategica (tra Cordevole e Piave) e alle sue strutture più esterne: un muro di pietre a secco e pali ancorati a un retrostante terrapieno in terra e ciottoli. L’esame al radiocarbonio dei reperti recuperati negli scavi archeologici del 2016 ha confermato tale datazione.


La datazione radiocarbonica

Nel corso degli scavi archeologici si sono rintracciati resti vegetali (semi e frustoli di carbone) e ossei che hanno potuto essere utilizzati per la datazione assoluta dei rinvenimenti tramite il radiocarbonio. I risultati documentano una frequentazione protostorica fra il XIV e il VI secolo avanti Cristo, mentre una delle datazioni è riferibile ai resti altomedievali.

~